Partendo dall’osservazione delle trame compositive con cui la natura crea le sue forme, l’artista trasforma i materiali plastici industriali e di scarto in ambienti di grande complessità e lenta elaborazione; seppur si tratti di materie proprie della quotidianità, utilizza tecniche antiche quanto l’uomo, quali la tessitura, l’accumulo. Una materia attuale che vive di trame e intrecci del passato, che sovverte i confini temporali e confonde i limiti tra ciò che è reale e ciò che invece è artificio.
Partendo dalla fascinazione di questi materiali e stimolata dalla peculiare tipologia dell’ambiente proprio della Riserva Sperimentale di Montebello, l’artista realizza una complessa installazione sito specifica dal titolo Licheni, lavorando sul dialogo tra ambiente e materia e pubblico e opera d’arte.
La metamorfosi è uno degli elementi peculiari della sua ricerca, intesa quale pratica processuale e manuale che dà vita ad opere di grande visionarietà, mutevoli, policrome e sensualmente attraenti per lo spettatore.
La materia plastica rivaluta così la sua essenza: da materia sterile, povera e superflua acquista valore e incanta, conducendoci nelle sinuosità dei filamenti tessuti, stimolando un rapporto ammaliante e simbiotico con essa. I confini tra reale e artificiale confonderanno gli occhi, fondendosi gli uni negli altri. L’installazione resterà visibile sul sentiero di Montebello per i prossimi due anni.