Incontriamo Riccardo Pianesani, legale rappresentante di ILPA Srl a cui fa capo la Ilip, azienda di Bazzano che ha fornito i 150mila bicchieri – riciclati e riciclabili – per l’installazione GlassWall al CUBO di Bologna per la mostra FLUX-US
Quando le è stata proposta la fornitura dei suoi prodotti per un’installazione di arte contemporanea, cosa ha pensato e quale è stata la sua prima reazione?
Stavamo già valutando il sostegno di iniziative artistiche sul territorio, per il nostro legame con la provincia bolognese dove siamo nati e cresciuti. Abbiamo subito colto il legame tra il progetto di Francesca, che rappresenta una riflessione sulle potenzialità di trasformazione della materia, e la nostra attività, nella quale la trasformazione della materia è proprio il fulcro principale.
Cosa si aspetta da questo dialogo tra la sua azienda, nota a livello internazionale per la eco-sostenibilità e l’arte di Francesca Pasquali che spesso intende il riuso e il riciclo quali elementi fondativi della sua opera?
L’eco-sostenibilità è uno dei nostri valori principali, ed è molto importante per noi legarci a un’artista che sposa il riuso e il riciclo perché è molto simile a quello che noi facciamo. Il gruppo ILPA è una delle poche realtà a livello internazionale ad aver integrato verticalmente il ciclo di produzione del PET riciclato. Disponiamo infatti di un impianto per il lavaggio della plastica post-consumo, e una divisione che si occupa della macinatura e della produzione di nuove lamine plastiche, da cui può essere ottenuto un nuovo manufatto. Pensiamo che il significato dell’opera si leghi perfettamente a quello che facciamo: trasformare la plastica dopo il consumo, dandole nuova vita, così come interpretare artisticamente il cambio di funzione di un prodotto d’uso quotidiano.
Quali sono le ragioni che la hanno spinta a sviluppare questa collaborazione?
Abbiamo condiviso il progetto artistico che indaga i temi della sperimentazione, della sostenibilità e del riuso. Sono anche i nostri valori dal momento che abbiamo deciso di puntare fortemente sull’innovazione per fornire ai nostri clienti soluzioni il più possibile ecosostenibili, compatibilmente con le loro esigenze commerciali.
Crede che la cultura e l’industria possano ancora oggi sviluppare progetti importanti?
Non solo lo crediamo, ma pensiamo che sia un aspetto importante per un territorio come quello emiliano, che vede grandi eccellenze sia culturali che industriali. Noi condividiamo l’impegno, la passione, la laboriosità, l’amichevolezza e l’autenticità tipiche della nostra Regione e queste caratteristiche sono le stesse che riteniamo debbano essere sostenute anche in ambito culturale, perché l’industria non può prescindere dal territorio in cui opera e viceversa.
Cosa rappresenta per la sua azienda questa collaborazione?
Il progetto di Francesca rappresenta una bellissima occasione per collaborare con un’artista che affronta tramite la sua opera un discorso che ci sta a cuore e che si mette in luce come un’artista fortemente innovativa.
Quali le caratteristiche principali dell’attività della sua azienda, in particolare nel rispetto dell’ambiente? Quali prospettive per il futuro?
Come azienda che produce packaging, contenitori e stoviglie monouso in plastica, il nostro obiettivo è quello di sviluppare soluzioni eccellenti e sostenibili che portino valore aggiunto ai prodotti confezionati, migliorino il riconoscimento dei marchi dei clienti, contribuiscano a ridurre lo spreco alimentare migliorando al contempo la sicurezza e la facilità d’uso per il consumatore. In questa attività è per noi importantissima la responsabilità sociale di impresa, sia come alleanza con il territorio che nel rispetto dell’ambiente. Dal punto di vista delle soluzioni “green”, il nostro dovere come produttori di packaging non riguarda solo l’uso di risorse riciclabili o la riduzione del peso. La funzione dell’imballaggio è anche quella di contrastare lo spreco alimentare lungo la filiera, un problema che ha un fortissimo impatto ambientale. Per questo abbiamo aderito all’iniziativa Save Food, lanciata da FAO e dalla fiera di Düsseldorf, che riunisce i principali attori della filiera per trovare soluzioni concrete a questo problema. Proprio in questo ambito abbiamo iniziato alcune collaborazioni con le principali Università italiane al fine di migliorare le caratteristiche tecnico-funzionali dei nostri imballaggi per massimizzare la protezione del contenuto. Il lavoro del nostro reparto ricerca e sviluppo procede esattamente in questa direzione, e il futuro vedrà sempre di più l’affermarsi di packaging funzionali in grado di intervenire in modo attivo nel miglioramento della conservabilità del prodotto. È un progresso che pone ancora diverse sfide tecnologiche, ma siamo convinti che sia la direzione in cui andrà il nostro settore nei prossimi anni.